venerdì 27 novembre 2009

Le temps est une invention des gens incapables d'aimer


Spesso mi succede di pensare a come ti amo.
Io e le mie paranoie produciamo lunghi e inutili film.
Film in cui parte un loop infinito di domande: sto amando nella maniera giusta? Amo abbastanza? Sono in grado di dimostrarlo? Lo nascondo? Lo dimostro troppo spesso? Amo bene? Amo male?
E in questo film seguono i trip, le risposte, o meglio i tentativi di risposta.

Poi mi accade sempre che penso alla tua espressione ebete. E arrivo alla conclusione che, come sempre nella mia vita, sto facendo bene, ma potrei fare di più.

Vorrei riuscire a dimostrarti che non mi sono mai sentita così.
Che il tuo amore mi riempe il cuore, l'anima, il cervello.
I tuoi pensieri, le tue parole, i tuoi gesti sono cibo per il mio amore.
Il tuo amore.
Mi stupisce, mi tiene sveglia, mi fa sentire al caldo quando ho freddo, diventa ventaglio quando ho caldo. Non sono mai stata capace di sentirmi così. Libera e al sicuro.
Mi innamoro dei tuoi ragionamenti contorti, la mia mente segue il ritmo delle tue parole e ne rimane affascinata.
Mi imbroncio quando sei schietto. Mi stranisco quando cerchi di entrare nei miei silenzi e butti giù il muro dei miei malumori.
Non è mai successo. Mi sono sempre costruita i miei nascondigli fra pensieri incasinati e film. E quando arrivavo al culmine sbottavo freddamente.
Ho imparato a chiedere scusa, riesco addirittura a rendermi conto che posso sbagliare anche io.

Continua ad amarmi come sai fare tu.
Non posso farne più a meno.

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