venerdì 16 ottobre 2009

Casa Non Casa


Difficile sentirsi a casa, quando a casa non sei.
Difficile sentirsi a casa, quando desidero che la mia casa sia altrove.
Difficile tornare a casa, se la casa in cui torno non è più la mia.
Difficile abituarsi all'idea che ci vuole tempo, ci vuole pazienza.

Perchè ad un certo punto, superati i limiti della distanza, del tempo, del sonno, dei bisogni fisiologici, alla fine quel che resta, una volta chiuso il PC e spente le luci, è solo solitudine.
Solitudine e lontanza. Ma soprattutto solitudine.

In quel momento ci si rende conto che le distanze superate con tanta fatica e il tempo sconfitto sono solo un'illusione, perchè gli occhi si chiudono, in una stanza vuota e non c'è nessuno nel letto, nessuno accanto da abbracciare, nessuno.

Questo è il nostro presente.
Annullato il mondo intorno a noi tentiamo con tutte le forze di lottare e avere la meglio sulla nostra solitudine.
Una solitudine che ci avvicina e ci separa.
Una solitudine consapevole e il più delle volte orgogliosa: scelta come pegno da pagare per sentirsi finalmente a casa.
E' come se si dovesse soffrire un po', sentirsi soli e crogiolarsi nel buio, per raggiungere una casa che possa essere definita tale.
Una stanza che sia reale e non virtuale.
Una cucina ricca di odori di spezie.
Un bagno con vasca bidet e un Toto cesso, che copra gli odori e nasconda i rumori.

Una casa nostra, poter essere finalmente vicini e non divisi da migliaia di chilometri.
Una casa in cui tu lavori mentre io ti attendo fissando incomprensibili programmi giapponesi in televisione.

La casa non casa ha vita breve.

Fra poco la casa, diventa casa.

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